Francesco Saverio Ciampa

armatore e sindaco di Sant’Agnello.

Ai Colli di Fontanelle, Francesco Saverio Ciampa è ricordato come benefattore, come uomo pio, ricco e generoso: si sa che senza la donazione del fondo terriero di sua proprietà e senza il finanziamento dei lavori, ai Colli, mai sarebbe stata costruita una grande chiesa, come quella che fu eretta per sua volontà.

Ma è anche ricordato come gran lavoratore e abile cacciatore.

Una breve ricerca di notizie, curiosità e aneddoti tratte dagli archivi privati dei familiari, suoi diretti discendenti, o amici dei familiari, ha permesso di delinearne un più completo profilo biografico.

Francesco Saverio Ciampa nacque a Sant’Agnello  l’11 aprile del 1821 in una famiglia operaia benestante, composta dal  padre Francesco  e dalla madre Maria Luisa Maresca.

Fu il primogenito: a lui seguì la nascita di un fratello che da grande divenne sacerdote.

Ben educato e ben istruito anche nella pratica religiosa, crebbe virtuoso, onesto e lavoratore.

Come il padre, si mostrò presto valente operaio, ma poi si dedicò al commercio.

A 25 anni, si sposò con Emilia Cacace, figlia di marinai.

Fu un matrimonio felice e fecondo e difatti dall’unione nacquero 17 figli di cui 11 viventi.

Con l’arrivo dell’ultimo figlio, rimase vedovo, dato che la moglie morì per complicazioni da parto.

Fu un marito fedele e appassionato e un padre affettuoso e rigoroso.

Intuitivo e caparbio perseguiva i suoi obiettivi con fermezza di carattere e perseveranza di impegno, ma, all’occorrenza, mostrava sensibilità d’animo e benevolenza che esprimeva con atti caritatevoli e laute ricompense, pur non essendo mai sprecone.

Da qui il suo essere “uomo, tutto casa e chiesa”.

Abituato a lavorare sin da giovane, presto, da commerciante di arance sorrentine, divenne armatore  perché, spinto dal bisogno di allargare il mercato di vendita, si fece costruire una nave (lo schooner) per il  trasporto delle merci all’estero, che, in onore  della moglie, intitolò Emilia. A questa prima nave ne seguì, un’altra ben più grande che varò con il nome di Emilia-Ciampa presso la spiaggia di Cassano di Piano di Sorrento.  Così facendo, incrementò le operazioni commerciali del trasporto merci. Queste gli fruttarono, in termini di guadagno, tanto che gradualmente commissionò la costruzione di altre navi e assunse più operai e più marinai, arricchendosi sempre di più.

Ne arrivò a costruire ben 17 ma di queste ne rimasero in flotta solo 14!

Erano veri bastimenti  e tutti portavano i nomi dei suoi familiari. A suo dire, ne avrebbe voluto costruire uno per ogni figlio, ma il progetto non venne portato a termine, perché, nel frattempo, si dedicò anche ad altre attività commerciali:

– nel 1864 fondò la Ditta Sorrentina, Esportazione Agrumi;

-nel 1876 inaugurò la Succursale in Rodi Garganico;

-nel 1882 aprì la Succursale in Messina.

Ovunque, grazie anche all’impegno dei figli Francesco e Salvatore, portò lavoro, sviluppo e benessere.

Per tutto questo, a pieno titolo, meritò, seppur in età avanzata,  il 23 dicembre 1889, l’onorificenza di Commendatore “di motu proprio del Re”.

Sul lavoro fu sempre disponibile e generoso con i suoi operai che ben trattava e rispettava ma, fedele al suo credo cristiano, non negava elemosine a nessuno.

In quanto “Confrate della Congrega di Sant’Agnello” partecipava con assiduità ai riti cattolici e mostrava una profonda devozione alla Madonna Bambina che chiamava “Bambinella”. Fu questa fede a spingerlo a costruire la chiesa della Natività di Maria Vergine sui Colli di Fontanelle.

Ma si dedicò nel contempo anche alla costruzione di altri due templi: la “Cappella privata”, presso la sua abitazione e la “Cappella gentilizia di famiglia” nel cimitero di Sant’Agnello.

Nel frattempo fu insignito dal titolo di Scapolare dell’Arciconfraternita del SS. Sacramento e della Natività di Maria SS.

Ma agli incarichi e alle onorificenze, religiose e civili, lui era abituato, come già abbiamo accennato.

Ora a elencarli tutti sarebbe impossibile ma, in sintesi, ne ricordiamo alcuni:

fu per lungo periodo Tesoriere del Conservatorio dei sette Dolori; fu amministratore del Monte dei Morti di Sant’Agnello; fu Sindacato Apostolico dell’Ordine dei Cappuccini e anche Socio Fondatore della Mutua Sorrentina con sede a Meta.

Non è da dimenticare che fu anche Presidente della Giunta Consorziale di Piano nell’anno 1890-91 nonché sindaco di Sant’Agnello dal 1888 al 1891  (ancora oggi il suo busto è posto su una colonna in un corridoio del Comune).

Mentre andavano in porto i suoi tanti progetti di opere pie, si ammalò e, giorno dopo giorno, peggiorò.

Il suo amore per la Chiesa Cattolica e per il Papa in particolare, lo indusse, già malato,  a chiedere al Pontefice la Benedizione Apostolica che gli venne anche concessa di lì a poco.

Non guarì, ma appagato raggiunse la sua dolce metà il 5 maggio del 1892, all’età di 71 anni.