La scelta di questo titolo vuole essere un’interpretazione di quanto accaduto alla nostra flotta mercantile in conseguenza
dell’entrata in guerra dell’Italia nel 1940.
Indirettamente o direttamente, a questo tragico periodo sono collegate le straordinarie vicende che tenteremo di raccontare. Sono episodi che – talvolta sfiorano o addirittura superano – la trama di romanzi famosi.
214 navi rimasero bloccate in porti esteri, di queste 38 si autoaffondarono, 20 riuscirono a violare il blocco, 16 furono catturate o autoaffonadate nel tentativo di violarlo, 47 furono impiegate in guerra dagli alleati di cui cinque affondate nel corso dello sbarco in Normandia, e ben 8 affondate per cause imputabili ad eventi bellici, ancor prima dell’entrata in guerra dell’Italia.
L’epopea vissuta da quegli eroici equipaggi, il loro internamento e spesso l’incarcerazione alla stregua di delinquenti comuni, avvenuta ancor prima che gli Stati Uniti scendessero in guerra dopo Pearl Harbour, le intrepide e pericolose traversate nel violare il blocco navale avversario, costituiscono una delle pagine più gloriose e perché non propagandate a tempo debito, sono ancor più degne della considerazione e dell’ammirazione di quanti amano il mare e la storia marinara d’Italia.
E’ l’intento di NON DIMENTICARE e di tramandare soprattutto ai giovani, una pagina di storia, troppo a lungo dimenticata. Navi in ostaggio appunto; in ostaggio di eventi giganteschi e di altrui volontà a cui quegli equipaggi erano totalmente estranei e comunque eroici protagonisti allo stesso tempo. A loro questo lavoro è dedicato.
Alla dichiarazione della seconda guerra mondiale da parte dell’Italia, il 10 Giugno 1940, rimasero bloccate fuori delle acque nazionali ben 214 navi italiane, superiori alle 1.000 tonnellate di stazza lorda.
La loro dislocazione era la seguente:
– –
Africa orientale Italiana (Mar Rosso)
Nord Europa
Spagna e colonie Colonie Portoghesi Stati Uniti
= 33
= 12
= 32 = 3
= 26
= 22
= 4 = 9
–
–
–
–
–
–
–
–
–
– Francia
Centro America
Brasile – Argentina – Uruguay Golfo Persico
Estremo Oriente
Gran Bretagna e Paesi alleati
= 36
= 34 = 3
Ancor prima della dichiarazione di guerra da parte dell’Italia, rimasero coinvolte ed affondate, ben otto navi nazionali, di cui i dettagli qui di seguito:
– Piroscafo GRAZIA tonn. 5.857 – Armatore G. Gavarrone di Genova
Affondato per urto contro mina il 19 Novembre 1939 sulle coste orientali dell’Inghilterra
– Piroscafo COMITAS Tonn. 3.482 – Soc. di Nav. Mare Nostrum
Affondato per urto contro mina il 21 Dicembre 1939 nelle acque del Belgio.
– Piroscafo TRAVIATA tonn. 5.123 tonn. 5.123 – Soc. Industrie Navali di Genova.
Affondato per urto contro mina l’11 Gennaio 1940 al largo di Grosmer (Inghilterra)
– Piroscafo GIORGIO OHLSEN tonn. 5.694 – Soc. Industrie Navali di Genova.
Affondato per urto contro mina il 14 Febbraio 1940 al largo del battello fanale di Knoll (Inghilterrra)
– Piroscafo MARIA ROSA tonn. 4.211 – Armatore Fr. Galli di Genova.
Affondato per urto contro mina, spaccandosi in due, il 29 Febbraio 1940, al largo delle coste del Suffolk (Inghilterra). – Piroscafo MIRELLA tonn. 5.340 – Armatore G. Gavarrone di Genova.
Affondato per urto contro mina il 1° Marzo 1940 al largo di Suffolk (Inghilterra)
– Piroscafo TINA PRIMO tonn. 4.853 – Armatore Achille Lauro di Napoli.
Affondato per urto contro mina il 18 Marzo 1940 a 10 miglia dal battello fanale di Nord Goodwin (Manica)
– Piroscafo FOSCOLO tonn. 3.059 – Soc. di Nav. Tirrenia
Affondato al largo di Zeebruge il 15 Maggio 1940 da bombe d’aerei tedeschi (per errore).
Tutto ciò costituì un gravissimo deficit di tonnellaggio che doveva poi rivelarsi indispensabile ai fini della futura guerra da qualche tempo nell’aria.
Oltre ad essere, in ogni caso, un errore strategico sotto tutti i punti di vista. Infatti la quasi totalità delle navi rimaste bloccate all’estero, erano le più moderne e quindi le più rispondenti alle necessità della nazione. Come si vedrà appresso, molti furono gli episodi di sabotaggio ed autoaffondamento eseguito dagli inermi equipaggi mercantili in ossequio alle tardive disposizioni ricevute dal Governo.
NOTA: I dati e le notizie sono stati tratti dalle seguenti opere:
- – CHE HA FATTO LA MARINA – MarcAntonio Bragadin – Garzanti – 1951
- – NAVI MERCANTILI PERDUTE – VOL.III° – Ufficio Storico della Marina Militare – 1977
- – TRASPORTI MARITTIMI DI LINEA – Radogna, Ogliari ed altri – Vol.V° – Cavallotti 1984 – (Dallo Smoking alla Divisa – La Mar. Merc, Italiana dal 1932 al 1943)
- – I VIOLATORI DI BLOCCO – Ufficio Storico della Marina Militare – 1993
- – L’ODISSEA DEL FOSCOLO – Lucano-Donato –L’Automazione Navale – 2003 °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Cronologia dei fatti
Estratto del telegramma inviato il 4 Giugno 1940 dal Ministero della Marina Mercantile alle Capitaneria di Porto (da inoltrare alle Navi in navigazione)
……….omissis………..“ Navi nazionali che si trovano in navigazione fuori dal Mediterraneo et non siano in grado di raggiungere Mediterraneo ovvero porto Africa Orientale Italiana entro due o tre giorni dirigano per porto benevolmente neutrale più vicino punto Disposizioni siano date da rispettivi armatori mediante radiotelegramma cifrato ripeto cifrato punto Per navi non munite cifrario nessuna comunicazione sia fatta punto Oltre porti metropolitani colonie domini inglesi et francesi siano considerati nemici quelli delle colonie olandesi Congo Belga et Islanda punto Siano evitati come presumibilmente non benevolmente neutrali porti metropolitani coloniali portoghesi punto Siano pure possibilmente evitati porti Stati Uniti punto ”………..omissis……….
Da notare come sia puramente teorica la disposizione di rientrare in Mediterraneo per navi sparse in tutto il mondo