La Motonave Pietro ORSEOLO è certamente quella che ha un posto di primo piano nella classifica delle violatrici di Blocco. Forzare anche una sola volta il blocco nemico non è impresa da poco, soprattutto se viene eseguito, anche una sola volta, in circostanze così severe quale può essere una traversata Giappone – Europa via Capo Horn o Capo di Buona Speranza. Eseguirlo tre volte, come è il caso della Pietro ORSEOLO, sà di miracolo e di prestigioso primato. Infatti, su un totale di 16 violatori di blocco Giappone – Francia italo tedeschi, solo pochi riuscirono a beffare l’avversario più di una volta. Tra questi, due navi tedesche – Rio Grande – e – Osorno eseguirono le seguenti traversate:

Rio Grande = Dal Brasile (dove era stata sorpresa dalla guerra) riuscì a rientrare in Francia, quindi raggiungere il Giappone e rientrare a Bordeaux, ripartirne, scalando anche in Indonesia, ritoccare il Giappone per rientrare in Francia, autoaffondadosi però all’altezza di Natal (Brasile) quando fu intercettata da un incrociatore britannico. La Osorno invece eseguì due traversate – andata e ritorno – Bordeuaux /Giappone, ma dovendo andare ad arenarsi in costa presso la Gironda per evitare l’affondamento alla quasi conclusione del secondo viaggio di ritorno.

Alla luce di quanto sopra esposto, si evince ancor di più, quanto importante sia stata la storia vissuta dalla nostra Pietro ORSEOLO.

La Pietro FOSCOLO era una moderna motonave da carico appartenente alla Società Armatrice SIDARMA costruita nel 1939 ed aveva una stazza Lorda di 6.344 tonnellate con una portata di 10.397 tonnellate e poteva sviluppare una velocità massima di 15 nodi e, fin dall’entrata in servizio, era stata adibita alle linee dell’estremo oriente. Costituiva certamente una delle migliori navi disponibili per tentare di forzare il blocco.

1 -TRAVERSATA KOBE – BORDEAUX

Per Natale 1941 l’Orseolo aveva completato il suo prezioso carico di 6.6.46 tonnellate e. sulla scorta delle esperienze già vissute dal Cortellazzo, le era stato assegnato il compito di passare da Capo Horn. A somiglianza di quanto già redatto per la precedente nave, vennero assegnate all’Orseolo più o meno gli stessi percorsi, sostituendo la serie di nomi inizianti per “C” con quelli inizianti con “O.

Pertanto, il 24 Dicembre 1941, la nostra nave al comando del T.V. Zustovich, lasciò KOBE diretto a BORDEAUX. (Previsto arrivo ad IRUN il 21/02/42) Qui di seguito gli avvenimenti più importanti della traversata.

26/12/41 = La nave viene sorvolata improvvisamente da due aerei giapponesi che sbucano contro sole. La nave si identifica e gli aerei si allontanano.

31/12/41 = Viene avvistato un piroscafo in lontananza che viene evitato eseguendo una brusca virata 02/01/42 = Un altro aereo giapponese – un quadrimotore questa volta – sorvola la nave

06/01/42 = Si registra, a causa delle correnti contrarie, un ritardo di 24 ore sulla tabella di marcia, all’incrocio del meridiano 160° Ovest. Si decide inoltre di allontanarsi dalla rotta prescritta e passare molto più al largo di Tahiti che, da informazioni intercettate, ospita una base aeronavale Gollista (quindi avversaria dell’asse)

15/01/42 = Le vedette avvistano all’orizzonte il fumo di tre unità navali in rapido spostamento. L’incontro viene evitato, accostando rapidamente a dritta ed allontanandosi. Si punta decisamente, quindi, su Capo Horn.

25/01/42 = Viene doppiato Capo Horn a grande distanza. Imperversa un forte cattivo tempo. Le Isole Falkland vengono lasciate a sinistra. Quindi si assume rotta Nord per risalire l’Atlantico.

04/02/42 = Supermarina invia all’Orseolo il seguente messaggio “ Passate circa 200 miglia levante scoglio San Paolo a mezza strada tra Onorio et Orlando alt Cercate mantenere date previste per transito Orsola et Olindo.”

A causa di 24 ore accumulato in precedenza, il Comandante Zustovich, quando aveva raggiunto la Latitudine di 40° Nord e la Longitudine 39° Ovest, di propria iniziativa tagliò sulle rotte prescritte, recuperando ben 10 ore ed arrivando felicemente ad IRUN il 21 Febbraio 1942, come da calendario stabilito. Qui fu preso sotto la scorta di tre vedette tedesche che lo accompagnarono verso la destinazione. Infatti, il 23 successivo, l’Orseolo imboccava la Gironda ed ormeggiava a BORDEAUX, avendo percorso 19.372 miglia.

Anche al Comandante Zustovich ed al Direttore di Macchina dell’ORSEOLO (come per il Cortellazzo) furono concesse le seguenti decorazioni al valor militare: la medaglia d’Argento, come pure quella di Bronzo agli Ufficiali e la croce di Guerra al restante equipaggio.

2 – TRAVERSATA BORDEAUX – KOBE

l’Orseolo sostò a Bordeaux per un lungo periodo di tempo e solo dopo oltre sette mesi,il 1° Ottobre ne ripartì, questa volta al comando del T.V. TARCHIONI. A bordo vi erano 67 uomini, 42 marittimi italiani, 21 militari della Regia Marina e 4 militari della marina tedesca.

La traversata dell’Atlantico iniziò appena lasciata la scorta e la nave mise in rotta per passare a Nord delle Azzorre. L’intento, questa volta, era di doppiare Capo di Buona Speranza e da lì, attraverso l’Oceano Indiano, raggiungere dapprima l’Indonesia e poi – meta finale – il Giappone.

05/10/42 – L’Orseolo accosta per Sud e punta decisamente verso l’Equatore 15/10/42 – Viene felicemente tagliato l’Equatore

La nave transita al largo di S.Elena e Ascensione, modifica quindi ancora la rotta per passare a circa 550 miglia a Sud di Capo di Buona Speranza.

25/10/42 – Al traverso di Capo di Buona Speranza. Si modifica la rotta per ENE puntando verso lo Stretto della Sonda:

In questo tratto d’Oceano era più probabile incontrare navi alleate e per evitare cattivi incontri, fu particolarmente impiegato l’uso di rilevamenti radiogoniometri di sospette navi, e quindi tempestivamente apportate opportune variazioni di rotta, per evitare appunti incroci con altre navi, allontanandosi – di volta in volta – dalle rotte commerciali.

10/11/42 – Si avvista il vulcano Cracatoa. Massima attenzione ai sommergibili USA presenti in zona, La nave procede con estrema cautela, zigzagando.

12/11/42 – L’Orseolo dà fondo alle ancore nella baia di Giacarta. Il Comandante conferisce con le Autorità Giapponesi che gli forniscono le ulteriori istruzioni per proseguire il viaggio verso Singapore, prossimo scalo previsto.

15/11/42 – La nave raggiunge SINGAPORE. Vengono caricate merci con destinazione Giappone.

22/11/42 – Partenza alla volta di Kobe, dopo aver caricato, rottami di ferro, nafta e balle di lana.

26/11/42 – Durante la notte, viene avvistato un superficie un sommergibile, molto probabilmente nemico e le due navi, entrambe sorprese da questo improvviso incontro, defilano contro bordo a qualche centinaio di metri. L’incontro è stato così rapido da impedire l’uso delle armi.

Lasciato il Mar Cinese meridionale e a Nord l’Isola di Formosa (Taiwan) l’Orseolo raggiunge finalmente il porto di Kobe il successivo 2 Dicembre 1942.

La missione si era felicemente conclusa dopo un viaggio durato sessantadue giorni ed aver percorso oltre 17.000 miglia.

3 – TRAVERSATA KOBE – BORDEAUX

L’Orseolo si fermò a Kobe fino al 25 Gennaio 1943 accingendosi a compiere la terza traversata. Fu sottoposta a lavori di adattamento per poter ospitare circa novanta passeggeri, per la maggior parte militari tedeschi da rimpatriare.

Il 25 Gennaio 43, l’Orseolo lasciò Kobe dovendo ripercorrere le stesse rotte seguite all’andata e quindi entrare in Atlantico dal Capo di Buona Speranza.

28/01/43 – Fu avvistato un piroscafo che fu evitato, mutando prontamente la rotta.

29/01/43 – All’incirca nella stessa posizione del 26 Novembre precedente, fu avvistato un sommergibile in emersione, anche questo evitato manovrando rapidamente ed aumentando al massimo la velocità.

03/02/42 – La nave fa scalo a Singapore dove riceve un pieno carico di gomma in balle. 09/02/43 – Partenza da Singapore alla volta di Giacarta.

16/02/43 – Fatto il pieno di acqua e nafta, l’Orseolo, attraverso lo stretto della Sonda, inizia la traversata dell ‘Oceano Indiano.

24-25/02/43 – Eseguiti sostanziali diversioni di rotta per evitare l’incontro con un convoglio alleato diretto in Australia.

La navigazione prosegue abbastanza tranquilla,passando al largo delle Isole Nuova Amsterdam e Principe Edoardo fino al 5 Marzo quando, raggiunta la latitudine di 46° Sud, passò in Atlantico, ben a mezzogiorno del Capo di Buona Speranza.

Risalendo verso Nord, tutto filò abbastanza liscio fino al 25 Marzo, quando trovandosi a sud-ovest delle Azzorre, la nave dovette operare ancora una variazione di rotta per evitare di incontrare una unità non identificata e rilevata al radiogonomietro.

26/03/43 – Avviene l’incontro con il sommergibile tedesco U 161, come preventivato.

30/03/43 – Si è al largo di Capo Finisterre e qui inizia il tratto più pericoloso per raggiungere Bordeaux anche con la scorta di quattro cacciatorpediniere tedeschi (Z 23 – Z 24 – Z 32 – Z 37) il cui incontro avviene nel punto 41° Nord e 15° Ovest.. Naturalmente il movimento di cinque unità non passa inosservato alla ricognizione avversaria e quindi inizia un attacco di aereosiluranti ad ondate successive, fortunatamente senza esito per la decisa reazione contraerea messa in opera dalle quattro unità tedesche e dalla stessa Orseolo.

01/04/43 – Alle prime luci dell’alba, il sommergibile USA “ SKAD” lancia tre siluri a ventaglio, L’Orseolo, con pronta manovra ne schiva due ma, il terzo con un’angolazione diversa, colpisce la nave sul lato dritto, all’altezza della stiva n° 2, provocando un largo squarcio allo scafo, con la conseguente fuori uscita di parte del carico. L paratie stagne tengono e quasi con la stessa velocità di prima dell’attacco, l’Orseolo prosegue verso Bordeaux da cui dista appena sessanta miglia. Alle 11,45 arriva finalmente a Le Verdon.

Molta parte del prezioso carico finito in mare fu ricuperato dai caccia di scorta e parte dalle popolazioni locali che, sull’incentivo di ricompensa da parte della autorità tedesche apparso sugli annunci dei giornali, la consegnò appunto agli stessi.

Come in precedenza avvenuto, anche il Comandante Tachioni e l’equipaggio furono insigniti con medaglia al valor militare. Ma particolarmente degno di nota fu il fatto che al Comandante Tachioni, su decisione personale di Hitler, fu conferita la
“ Croce di Ferro di 1^ Classe” consegnatagli dal Grande Ammiraglio Denitz.

A conclusione di questi fatti tanto straordinari, mi piace trascrivere qui di seguito quanto Supermarina ebbe a scrivere nella propria relazione (pag. 165 – da “I Violatori di Blocco” – Ufficio Storico della Marina) :

…………….omissis……………

La motonave Pietro Orseolo ha portato a compimento il duplice forzamento del blocco nemico in sei mesi. Nel corso di questo periodo di tempo, ha effettuato 103 giorni di navigazione, secondo l’orario prestabilito, e percorrendo 34.400 miglia alla velocità media di 14 nodi. (Il totale dei giorni di navigazione dell’Orseolo fu pertanto di 164 e quasi 54.000 le miglia percorse durante le tre traversate da e per il Giappone)

……….omissis………

“Particolarmente notevole la perizia e lo spirito realizzatore del Comandante sul quale incombeva la responsabilità e la riuscita della pericolosa missione”

…………………omissis……….
“La decorazione germanica accordata al Comandante Tarchioniè la prima del genere conferita a comandante di

nave mercantile sia germanica che italiana:”

………….omissis…..

Si concludeva così l’impresa del Pietro Orseolo, senza strombazzamenti o gran cassa pubblicitaria. Nessun giornale o bollettino ha pubblicato notizie su questa ed altre imprese e quindi non potè neanche essere manifestata la riconoscenza della nazione per l’opera compiuta dall’equipaggio di questa nave come degli altri violatori di blocco che hanno compiuto – in silenzio – il loro dovere, e che nel silenzio sono rimaste per tutti questi anni.

La M/n PIETRO ORSEOLO – pluriviolatrice del Blocco